Alle 17 ora italiana( le 11 negli Usa) della giornata di ieri è finalmente arrivata la notizia che molti nel mondo attendevano: Joe Biden sarà il 46° presidente degli Stati Uniti d’America. Determinante è stata l’assegnazione ai democratici della Pennsylvania, che con i suoi 20 grandi elettori ha permesso all’ex vicepresidente di raggiungere la maggioranza necessaria per essere eletto. La notizia della vittoria è stata salutata con giubilo nelle strade e nelle piazze di molte città americane. Cortei pacifici hanno sfilato a Washington, New York, Los Angeles, Boston senza che si assistesse a eccezionali atti di violenza o disordini come previsto da alcuni commentatori fino a pochi giorni fa. Anzi l’atmosfera è stata descritta come quella di una grande festa, simile a quella del giorno dell’indipendenza. Festa che, tuttavia, si celebra sui resti di un paese spaccato a metà e che il nuovo inquilino della Casa Bianca dovrà necessariamente ricucire. Non a caso Biden, nel suo primo discorso da presidente eletto, ha parlato di un paese da guarire, da riunificare sotto un’ unica bandiera senza, quindi, alimentare più odio e divisioni come avvenuto in questi ultimi quattro anni. Il riferimento era senza ombra di dubbio rivolto all’attuale presidente Donald Trump, che sebbene sconfitto continua ostinatamente a negare la verità dei fatti, minacciando ricorsi e denunciando brogli. Un comportamento assai poco presidenziale che produrrà, quasi certamente, una grave crisi istituzionale, facendo scivolare la la più grande democrazia occidentale verso un terreno incognito, mai esplorato prima. Le norme costituzionali al riguardo poco dicono su un eventuale contestazione del voto , se non che l’ultima parola spetta alla Corte Suprema, la quale deve pronunciarsi entro l’8 Dicembre relativamente alla trasparenza del procedimento elettorale appena conclusosi. Corte Suprema che, nonostante sia allo stato attuale a maggioranza conservatrice, non è detto che si assuma l’onere di sovvertire l’esito del voto per compiacere il suo presidente. Al contrario la tendenza che si sta consolidando in queste ore, anche fra i repubblicani, è invece di segno opposto. Sono in molti, infatti, a chiedere a Trump, qualora insista a non voler ammettere la sconfitta, di consentire almeno una pacifica transizione del potere. Consigli che il presidente sta per il momento ignorando, malgrado la pressione fatta su di lui anche da importanti membri della sua stessa famiglia come la figlia Ivanka e il genero Jared Kushner, accrescendo in tal senso il proprio isolamento e la propria frustrazione. Condizione immortalata nitidamente ieri, allorché mentre il mondo applaudiva il nuovo presidente degli Usa, Trump si ritrovava, da solo, a giocare a golf sui campi della Virginia. Come finirà l’aspra disputa su questo voto lo si scoprirà solo nelle prossime settimane,ma vi è una certezza: il prossimo 20 Gennaio Joe Biden entrerà ufficialmente in carica come presidente degli Stati Uniti e avrà gravose sfide da affrontare, alcune delle quali già da lui elencate nel discorso di ringraziamento. L’emergenza Covid 19, il cambiamento climatico, le tensioni razziali , la crisi economica e sociale generata dalla pandemia sono solo una parte del duro compito di guarigione dell’America che lo attende. Oltre a dover ricomporre la frattura con quella parte di paese che non lo ha votato, Biden dovrà costantemente e proficuamente dialogare con un opposizione, che avendo mantenuto allo stato attuale il controllo di una parte del Congresso( vale a dire il Senato), rischia di rallentare molte di quelle riforme che la nuova amministrazione si appresta a varare. Suo compito sarà anche quello di ripristinare le relazioni internazionali con la Nato, con l’Europa e stemperare il clima di tensione da guerra fredda instauratosi con la Cina, accusata da Trump di aver portato il virus. Obiettivi d’importanza strategica non solo per gli Stati Uniti,ma anche per il resto del mondo. Per questo motivo, fiduciosi nel nuovo corso preso dagli Stati Uniti, non si può che benevolmente augurare buona fortuna al nuovo presidente. Bentornata America! Articolo di Gianmarco Pucci
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